Sono stati oltre 4.000 i visitatori della mostra “Argenti di Marengo a Palatium Vetus, un tesoro nel tesoro” che si è chiusa ieri sera, presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Grande successo di pubblico, quindi, per l’evento che è stato promosso dalla Fondazione, dalla società strumentale Palazzo del Governatore srl e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggi del Piemonte – Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, in collaborazione con CIVITA ARTE.
Viva soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori ed in primo luogo dal Presidente della Fondazione, Pier Angelo Taverna che aveva fortemente voluto questo evento e che ha avuto ragione del suo impegno, come dimostrano i dati di affluenza.  
Nei 55 giorni di apertura al pubblico – dal martedì al venerdì –  sono stati oltre duemila coloro che hanno partecipato alle visite guidate e oltre seicento gli studenti delle scuole primarie e secondarie che hanno ammirato la mostra e seguito l’attività dei laboratori didattici; a questi si aggiungono le centinaia di persone che, singolarmente o a piccoli gruppi, hanno visitato la mostra nell’orario previsto, di cui oltre duecento solo nei due giorni precedenti la chiusura dell’esposizione.
La mostra, organizzata in concomitanza con l’inaugurazione di Palatium Vetus, nuova sede della Fondazione, ha permesso agli alessandrini di riportare in città, per la prima volta dopo la sua scoperta nel 1928, il “tesoro di Marengo” – 24 reperti d’argento risalenti al II / III secolo d.C. – e di ammirare il “broletto” – la più antica testimonianza di edilizia civica, risalente alle origini di Alessandria – ritornato al suo antico splendore dopo un lungo intervento di restauro curato da Gae Aulenti, su incarico della Fondazione.
L’esposizione degli “Argenti di Marengo” rientra in un progetto di valorizzazione di questo importante patrimonio, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, che ha permesso di approfondire la storia, i misteri, le ricerche e le prospettive del “tesoro” tramite un convegno e la successiva pubblicazione degli atti e di avviare un’approfondita analisi, tuttora in corso, da parte di ricercatori delle Università di Torino e di Padova, al fine di raccogliere nuovi elementi su tecniche di lavorazione e provenienza della materia prima dei reperti stessi.
Il “tesoro di Marengo” sarà nuovamente esposto, con un rinnovato allestimento, nel Museo di Antichità di Torino, probabilmente fin dal prossimo mese di novembre.

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